Pagina:Speraz - Cesare, L'ultima notte, Autunno.pdf/181


— 177 —

tanto al suo Cesare quando correvano per i boschi assieme, da ragazzi. L’aveva già perduta! Le sue cognate come la deriderebbero! E il conte nonno! Che viso gli farebbe il conte nonno? Le si gelava il sangue solo a pensarlo. E se andavano a stare in città, come diceva Cesare, si sentiva morire a pensare con che occhi di compassione la guarderebbero i signori o le signore, che lei non saprebbe ricevere, che si divertirebbero a farla arrossire. Cesare finirebbe col vergognarsi di lei. Forse se ne vergognava già adesso.....

Gianni la interruppe.

Sì, c’era del vero in quello che diceva, ma gli pareva che esagerasse. Era vero che non era una signorina; ma era bella, anche lei, e certe cose s’imparavano specialmente le avrebbe imparate lei col suo giudizio!...

Lo credete? replicò Teresa con un sorriso incredulo. Il giudizio giova poco in codeste faccende. S’impara a pensare, s’impara a leggere e a scrivere; si può diventare meglio che non sono loro, qui e qui e si toccava la testa e il cuore — ma tutte quelle piccolezze che bisogna fare o non fare, quelle abitudini, quella scioltezza; son cose che non s’imparano mai se non ce l’hanno insegnate fin da