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zione, irritato con sè e con gli altri. Rimase tutto un giorno chiuso in camera, poi andò a caccia due giorni.

Finalmente si mise alla ricerca del contadino che gli aveva parlato della malattia d’Emilia. Ma il contadino non si lasciò trovare.

Ridotto all’ultima esasperazione Cesare risolse d’andare a Pirano e di pesentarsi alla casa del signor Luigi per chieder nuove di sua cugina Gli pareva d’impazzire all’idea ch’ella avesse a morire per colpa sua; ma, nello stesso tempo, che gioia gli procurava quella malattia di cui era causa l’amore ch’ella sentiva ancora per lui.

Il signor Luigi però gettò delle brave secchie d’acqua fresca sopra il foco del suo entusiasmo. Gli assicurò che Emilia era già entrata in convalescenza, ma che il medico non le permetteva di parlare; spiegò la malattia con la causa innocente e prosaica del freddo preso in quella tal notte e dello spavento durante l’uragano, e finì col fargli comprendere assai asciuttamente che la ragazza non poteva più rivederlo e che tanto valeva rassegnarsi e sposare la contadina, poichè aveva avuto la generosità, il signor Luigi calcava ironicamente su questa parola, di preferirla in un momento decisivo.