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i nitriti di un cavallo che pareva chiamare aiuto, e di vedere la povera bestia tutta smaniosa vicino a una giovane donna, pallida come la pietra su cui era distesa.

Pareva morta. Per fortuna, non era che svenuta. Vi fu qualcuno che la riconobbe: la portarono in una casa vicina e vi si trovarono delle buone persone che le prodigarono le prime cure.

Quando il signor Luigi e il signor Arturo arrivarono in città coll’animo pieno di belle speranze e di bei progetti, la notizia degli avvenimenti di quella notte volava già, sull’ali della fama, da una casa all’altra, comentate, ingrandite, svisate. Le gazzette viventi (chè di quelle di foglio per sua fortuna Pirano non ne aveva) si erano impadronite di questo fatto diverso colla stessa inesprimibile voluttà di tutti i buoni reporter quando gli capita tra le mani un boccone ghiotto.

Ci vorrebbe un volume a ripetere tutte codeste frangie, e sarebbe un volume troppo noioso.

Le vecchie zitelle — e nel paese ve n’era una quantità — come pure le venerande matrone, erano tutte contente della disgrazia accaduta alla ragazza romantica, che se l’era ben meritata, sentenziavano loro, per via delle sue stranezze.