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vincia, per quella benedetta ragione dell’ozio; Emilia pensò ai comenti che si sarebbero fatti se l’avessero veduta a quell’ora, così sola chiedere l’ospitalità a qualche casa.

Fece un pezzo di strada indietro sperando che avrebbe incontrato Gianni; ma il contadino non si vedeva, e le goccie d’acqua cominciavano a cader fitte fitte.

Orfana fin dall’infanzia, abituata a passare lunga parte dell’anno in campagna col vecchio zio, la cameriera e i pedagoghi, senza le cure delicate di una mamma, Emilia aveva una indifferenza piuttosto mascolina per certi contratempi. Così, un’acquazzone non le pareva cosa da spaventarsi.

Il peggio era che soffiava quel terribile libeccio che spingeva le onde vorticose a un’altezza formidabile, donde ricadevano sulla riva spezzando al solito le larghe pietre e portandosi via qualche pilastro. E il monte, nudo e dirupato da quella parte, e quasi a picco, franava sempre con tempi simili. La strada su cui si trovava Emilia stretta tra il mare e il monte, non aveva in certi punti più di quattro metri di larghezza.

C’era pericolo grave; ma in quel momento lei non si sentiva disposta a occuparsi nè anche di questo.