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meglio di una volta. O che c’era di mutato dunque fra loro?...

— E le visite al romitorio, e le allegre salite fin sulla cima del monte, ti ricordi? ricominciò Cesare.

— Fin nella chiesa della Madonna, hai a dire, per inginocchiarci sul banco degli sposi! Oh che bei tempi eran quelli!

— Bei tempi, sì! non li ho mai dimenticati. La vita, le circostanze mi hanno fatto provare altri affetti; ma la felicità di quegli anni è rimasta sempre la più intensa.

— Sì, ma poi, per me, quanti dolori! Ah, se tu sapessi quanto ho sofferto, Cesare, mentre tu ti divertivi!

— Povera Teresina! Così dicendole sfiorò i suoi capelli con le labbra, poi la baciò in fronte, e poi sulla bocca.

Lei non si moveva: riviveva nel passato; non pensava a nulla.

— E quella sera, Teresina, ti ricordi di quella sera? domandò lui improvvisamente abbassando la voce.

— Se mi ricordo! Ero tanto stanca, s’era corso tutto il giorno! Voleva riposarmi un poco, con te