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non l’avesse fatto pensare, forse non l’avrebbe riconosciuta affatto.

Ora però, incamminandosi verso il bosco per andare a parlare con lei da solo a sola, dopo tanto tempo, tutte le dolci immagini di quell’amore giovanile gli tornavano alla memoria. Il crepuscolo si rivelava al mezzogiorno: le voluttà misteriose dell’adolescenza inebbriavano col loro profumo il sangue già caldo assai del giovane maturo e consapevole.

Man mano che s’avvicinava al luogo fissato, Cesare vedeva il passato porgergli dinanzi come un fantasma.

Egli stesso lo andava ricostruendo, quasi suo malgrado. Fatale ricostruzione piena di pericoli e di fascino.

Dove erano rimaste fino a quel momento tutte quelle immagini? In che antri si erano nascoste quelle memorie? Per qual miracolo ritornavano a galla dopo una lunga dimenticanza, simili a que’ germi sepolti in un terreno poco propizio, che restano anni senza dar segno di vita, fino che un raggio di sole fortuito o una goccia di rugiada inaspettata vengono a trarli dal loro nulla perchè germoglino rigogliosi?