Pagina:Speraz - Cesare, L'ultima notte, Autunno.pdf/100


— 96 —

tornò adagio adagio sulla strada maestra, e s’avviò verso la chiesa. Le operaie, che non avevano osato mostrarsi curiose davanti a lui, lo guardavano alla sfuggita ora che lo avevano oltrepassato di alcuni passi.

Visto questo, il giovane diè risolutamente di sprone al cavallo, e arrivò sul sagrato in pochi minuti.

Emilia lo accolse col suo più bel sorriso, ed egli vi rispose con una stretta di mano molto espansiva. Una nube oscurava ancora la sua fronte, un vivo rossore tingeva le sue guancie; ma ciò poteva benissimo dipendere dell’emozione di vederla e dalla corsa precipitosa cui s’era lasciato andare per trovarsi più presto vicino a lei.

Così, almeno credette Emilia. È tanto bello credere quello che piace!

Altrimenti però avrebbe pensato il signor Arturo se si fosse trovato là.

Il buon pedante aveva veduto tutto dal bosco dove stava raccogliendo erbe, pensando forse alla fortuna del suo mazzo di rose.

Dopo il recente naufragio delle sue speranze amorose egli s’era dato corpo e anima alla botanica, forse perchè la grammatica pura e il linguaggio