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Ella s’interruppe. Le sue compagne, che pocanzi ridevano, si erano voltate dall’altra parte, e le zappe brandite tornavano a fendere il suolo con lo stesso vigore, ma con maggiore precauzione. E ancora i piedi nudi, neri, tormentati, cercavano istintivamente la parte più umida e fresca delle zolle rimosse.

Il padrone, entrato nel campo dalla parte di dietro vide la pianticella rovinata dalla Cristina, udì le sue parole. Con voce irata tuonò:

— Scaramelli, giù quella zappa! E vammi fuori dei piedi... tanto, tu hai voglia... d’altro che di lavorare!...

La Cristina si drizzò di scatto. Il suo corpo di antica driade si disegnò superbamente sul fondo luminoso. Un istante, ella fissò gli occhi azzurri, scintillanti, nel viso adusto, non vecchio, non brutto, del padrone che pure la assava. E le braccia robuste, poderose e eleganti insieme, fecero l’atto di scaraventare la zappa alla testa di quell’uomo.

— Madonna Santissima! Lo ammazza!... Lo ammazza!...

La Virginia, balzata in piedi, guardava la