Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/26


— 16 —

mi dava troppa soggezione con quell’aria... Ma quando la mia mamma ha insistito, non ho più saputo cosa dire; ho lasciato che facesse lei. E ora che l’ho sposato, vedo che è proprio un galantuomo, che all’osteria non ci va mai, e lavora sempre. In giornata non se ne trovano tanti degli uomini come i Rampoldi. Per questo se mi lamentassi sarei una cattiva donna. Quanto a farmi dei complimenti... lui non c’è tagliato, quantunque sia stato fuori e abbia visto il mondo. D’altronde, lui ha i suoi trentasei anni, e certi fumi gli son passati... Per me poi, mi vergognerei di pensarci. Son contenta così; e contenta io, contenti tutti.

— Siete una brava donna — sentenziò la Meroni. — A proposito, potreste prestarmi un mezzo pane? Ve lo restituirei domani mattina...

— Pane?! Se siamo rimasti tutti senza!... Io non ne ho mangiato... non ne ho neppur visto...

— Come!... Vostro marito è stato a Casorate col padrone; non ne ha portato?... Mi pareva d’avergli visto una micca di pane bianco...

— Ma che! Via, diciamo l’Angelus piuttosto; suona l’Ave Maria a Gel.