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siete una sgobbona; una... scusate veh?... dice che siete una stupida, che fate la serva a quella smorfiosa di vostra cognata.

— La serva no. Sono in casa mia come lei. Lavoro di più perchè son forte e sana, grazie a Dio; mentre lei ch’è pochina pochina, s’ammala per nulla...

— Un bel comodo ammalarsi quando si vuole!

Ferita da questa ironia la moglie di Sandro tacque un istante e trangugiò alcune cucchiaiate di minestra, ciò che le permise di stare un poco voltata nascondendo la faccia.

La sua figura si disegnava mollemente nella luce grigia del crepuscolo. Era una bella contadina, alta, dalle spalle larghe, dalle braccia solide quanto quelle di un uomo, ma belle, tonde e grassoccie. Il viso regolare, freschissimo, sebbene già un po’ abbronzato dal sole e dalle intemperie, aveva una espressione dolce, in cui la bontà appariva serenamente mista alla forza.

La vecchia, che sempre la guardava, riprese:

— È tutto dire che Sandro con quella testa d’avvocato, e la religione che ha, non sappia far rispettare la sua donna...