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Il suo grosso orologio segnava le otto e dieci minuti, allorchè, dal posto dove sedeva, guardando intensamente fuori dalla finestra, egli vide Sandro uscire dal fitto dei gelsi e prendere per la viottola che metteva direttamente al piccolo orto della casa.
Sandro camminava adagio, a testa alta, come il solito. Era serio, ma non troppo abbattuto. Sull’orlo del fosso aveva incontrato la Meroni.
Guardandolo con insistenza, costei gli aveva detto:
— Vostra cognata è morta stanotte!
Si era fatto pallido il povero Sandro, e non aveva potuto altro che balbettare:
— Morta?!... Morta?!... soffocando i singhiozzi per non farsi scorgere dalla vecchia che lo esaminava con gli occhi pieni di malizia.
Ma a poco a poco quel primo sgomento aveva fatto luogo a un vago senso di sollievo e quindi alla coscienza della riconquistata libertà; coscienza prima oscura ed incerta; poi limpida. Ora egli pensava:
— Povera Virginia! Morire così, a soli ventott’anni! Povera Virginia, ti ho voluto tanto bene, non ti dimenticherò mai... mai!...