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— Ammazzalo! Ammazzalo! — come avevano detto le labbra nel delirio dell’agonia. Ammazzalo! È stato il demonio della tua casa!... Ti ha tradito, te, suo fratello!... Io?... Io?... Si; perdonami!... Mi ha voluta... è stata una debolezza... Perdonami! Ho sempre voluto bene a te, sempre!... Ammazzalo, quel cane!... Ammazzalo, ci ha traditi tutti due.

Pietro ripeteva dentro di sè le spaventose parole. Gli pareva di risentirle nel silenzio pauroso di quella camera. E pensava ch’ella era morta in peccato, con quel pensiero di vendetta, soffiandogli sul viso con la voce spenta quella parola: ammazzalo. Dannata, certo. La povera anima doveva essere già nelle fiamme eterne. E lui pure andava incontro alla dannazione. Si sarebbero incontrati, laggiù...

Ma anche l’altro doveva esserci!... Epperò voleva ammazzarlo subito, perchè non gli restasse il tempo di pentirsi. Oh! il fucile era buono, ed egli mirava bene!

Si trovava seduto di fronte alla bòtola. Un balzo; un colpo. Uno solo. Guai se falliva! Ma il braccio era saldo: il colpo avrebbe colto nel segno.