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vacca nera che aveva finita la sua razione e le accarezzò la schiena con un gesto automatico. Tornò a guardare i bovi, aggiunse un po’ di fieno anche a loro, tanto che ne avessero abbastanza per tutta la giornata. Depose il forcone; uscì; accostò l’uscio. Attraversò l’orto e entrò per la piccola porta posteriore, nella cucina, quasi buia e tutta in disordine, per il gran tempo dacchè nessuna donna se ne occupava. Egli non vi badò; ci era avvezzo.

Staccò dal muro un vecchio fucile a una canna che suo fratello gli aveva regalato anni addietro; lo esaminò; lo ripulì. E senza affrettarsi, calmo, freddissimo, cercò la munizione in un cassetto della credenza. Ve n’era abbastanza per una carica. Un lampo di soddisfazione gli balenò negli occhi. Si mise a caricare l’arma con molta cura.

Quand’ebbe finito salì nella camera della morta. Quella grande calma sembrò abbandonarlo, allorchè, appena uscito dalla bòtola, i suoi sguardi si fermarono istintivamente sul letto, dove la Virginia giaceva come se dormisse. Tremò e inciampò.