Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/148


— 138 —

Nessuno meglio del medico poteva intenderla quella bellezza: forse neppure un artista. Da principio, guardandola appunto con l’occhio del medico che notomizza, egli cominciò semplicemente dall’ammirare quella perfetta corrispondenza di parti, formate dalla natura con tanta sapienza per il suo scopo fatale.

Molte volte, mentre la povera giovane si sentiva morire di vergogna, ei le ripeteva ridendo:

— Hai torto di vergognarti... sei bella! Davvero. Non avrei creduto che tu fossi così perfetta. Sei bellissima. Te lo dico io che me ne intendo.

Una mattina, essendo appunto ritornato da una di quelle sue scappate a Milano, egli entrò a dirle secco secco:

— Vuoi venire a Milano con me la prossima volta?... Ti condurrò dallo scultore Grandi che cerca una modella. Meglio di te non può certo trovare... Oh!... Che faccia fai?... Ti darebbe dei bei denari, credi!

Ella ebbe un impeto istintivo di collera; egli, una risata. In fondo però, non era lontano da