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Naturalmente l’amico non aveva neppure il sospetto che don Giorgio pensasse a resistere. Epperò nessun’altra esortazione; ma sempre quella, ripetuta, di far sparire la bella peccatrice, fosse pure con qualche sacrificio. E qui a guisa di suggello, un distico latino, molto elegante, il quale indicava che il reverendo era un intelligente cultore delle belle lettere, e, a tempo avanzato, un’amico indulgente delle belle peccatrici.

A mano a mano che andava leggendo questa curiosa lettera, una gran luce si faceva nell’anima di don Giorgio. L’ultimo velo cadeva; l’ultimo dubbio era vinto.

Uno strano sorriso gli errava sulle labbra, e nel petto virile rifioriva il coraggio.

Vinto! Ma questa volta era lui che vinceva. Gli occhi sfavillanti, la fronte eretta, andava incontro all’avvenire, conscio del proprio dovere, sicuro in se stesso.