Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/166

138 distinzione quinta — cap. iv.

custanzie, cioè degli atti e de’ modi e degli effetti; imperò che, come dice san Tommaso, le cose dilettevoli secondo la carne, quanto più specificatamente e particularmente si pensano e considerano, tanto più commuovono la concupiscenzia, e così potrebbono nuocere al confessoro e alla persona che si confessa. E questa guardia dee avere il confessoro, spezialmente quando le confessioni delle femmine udisse. E non dee domandare il confessoro dalla persona che si confessa, che nomini la persona con la quale avesse peccato: chè, come la persona che si confessa dee riguardare l’altrui fama, e non confessare il peccato altrui se non se in certo caso, così il confessoro non dee dell’altrui peccato domandare.1 Ora, in che caso si debba nominare la persona con chi altri pecca, è da sapere che ciò si dee fare quando la persona non può manifestare il peccato e la sua gravezza sanza nominare la persona. Come, se una donna avesse peccato col padre o col fratello, non basterebbe a dire, confessandosi: – Io ho peccato con uno uomo; – imperò che peccare col padre o col fratello è incesto, ch’è vie più grave peccato che non è la fornicazione o l’adulterio. Onde conviene che dica il peccato come fu, e nomini il padre o ’l fratello. Ben dee ingegnarsi d’avere tale confessoro che non gli conosca. Tuttavia, se in questo caso, o in qualunche altro, venisse nominata altrui nella confessione la persona con cui avesse peccato, o venisse detto l’altrui peccato, non per infamare, ma acciò che ’l confessoro o pregasse Iddio per lui, o ammonisselo, o per dare2 impedimento al male, non sarebbe peccato, anzi mercede. Puote il confessoro ricordare alla persona che si confessa i peccati o il peccato che sa ch’ell’ha commessi, quando vede ch’ella non gli dica o per temenza o per ignoranza o per vergogna.

  1. Qui l'antica edizione frappone queste parole: Nota in che caso si nomina la persona con cui l'huomo pecca. Postilla marginale, come agli esperti è chiarissimo, che venne intrusa nel testo.
  2. Ediz. 95 e 85: o perchè dessi.