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136 distinzione quinta — cap. iv.

nalmente. E rispondendo ella di no, imperò ch’ella era entrata fanciulla di sette anni nel monasterio, e mai uomo non l’avea tocca; – Dunque, disse il confessoro, se’ tu vergine? – Rispose la donna: – Ben sapete voi che sì, da che uomo non mi s’appressò. – Disse il prete: – Sanza uomo puote la femmina peccare, e perdere sua verginità. – Non v’intendo, disse la suora, se più specificatamente non mi parlate. – Allora il prete stolto, che non dovea andare più innanzi, la dimandò di certe cose particolari, che ’l tacere è bello. Compiuta la confessione e fatta l’assoluzione, il confessoro si partì. La donna ritrovandosi1 sola nella sua cella, venne ripensando di quelle cose che udite avea dal prete; e succedendo l’uno pensiero all’altro, e destandosi la innata concuiscenzia della carne, forte tentazione commosse il quore2 e accese il desiderio della mente, vaga a volere provare e a sapere quello che in prima né saputo né provato avea. Onde crescendo la tentazione molesta di dì in dì, la quale il diavolo infiammava, e la monaca non sapea sostenendo vincere,3 ma vinta ella, diliberò, come disperata, d’uscire del monistero, e vivere mondanamente, seguitando disonestamente gli appetiti della fragile carne. E un dì, non potendo più sostenere, prese le chiavi della sagrestia, dove era stata in officio più tempo, e gittòssi davanti all’altare della Vergine Maria, dov’era la sua immagine, e disse: – Madonna, io ho guardate queste tue chiavi nell’officio della sagrestia più anni, el die e la notte, stando al tuo servigio. Ora sono combattuta da una disusata battaglia sì duramente, ch’io non mi posso né so in guisa niuna difendermi, e tu non mi dài soccorso; e però io ti rassegno le

  1. Così, e meglio che tornandosi, le due edizioni del XV e XVI secolo.
  2. Il Manoscritto appone un e mal proficuo dinanzi a forte, ed un altro prima di commosse, che potrebbe utilmente correggersi in le. Il Salviati legge: il cuor suo: e la stampa del primo secolo: commosse al cuore.
  3. Ediz. 95: sostenere nè vincere.