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risciano. Mi sia sufficiente il dire che il Monreal, ed il suo Vicario generale Giovanni Domenico Galante (il quale teneva bordone a Monsignore, e non si mostrava da meno) furono chiamati in Roma verso la fine nel 1698 per ordine di papa Innocenzo; ma seppero conciar la faccenda con sì destro garbo, che se ne tornarono in Reggio pettoruti e trionfanti. Nel 1704 però le accuse contro di loro presero maggior calore ed insistenza, e morto in questo mentre Innocenzo, il nuovo Pontefice Clemente XI, a cessar lo scandalo, e la pubblica indignazione, ordinò che il Monreal si allontanasse da Reggio, e facesse dimora in Napoli; dove morì nel 1726.

LVI. Damiano Polou. (1727) Spagnuolo. Fu proposto Arcivescovo di Reggio da Carlo III, e confermato da papa Benedetto XIII. Ebbe virtù cristiane e civili preclarissime; fu l’uomo del Vangelo, il padre de’ poveri, l’egregio restauratore della sua Diocesi. Il Seminario de’ Chierici, ch’era rimasto chiuso dopo la morte di Mons. Ibanez, tornò aperto e fioritissimo. Nell’ordinare i Sacerdoti cercava il Polou morale e dottrina, ma la morale soprattutto. Ottenne nel 1741 da Benedetto XIV che i nostri Canonici fossero insigniti di mitra e di cappa magna a somiglianza del Capitolo di Messina1. Bonificò siffattamente le terre della sua Mensa, che questa in pochi anni gli gittò un’entrata di ducati ottomila. La qual somma era da lui quasichè tutta dispensata a’ bisogni de’ poveri, ed al decoro della Chiesa e della religione. E quando in maggio del 1756 nella grave età di anni settantasette passava al riposo eterno, fu rimpianto il santo uomo non nella sola Reggio, ma nella Diocesi tutta quanta. Fu testimonianza del pubblico lutto l’universal concorso del popolo alla esequiale cerimonia fattagli nella Cattedrale con solenne apparato; dove il dotto Penitenziere Antonio Oliva ne descrisse le grandi ed esemplari virtù in una commovente ed elegantissima Orazione.

LVII. Domenico Zicari. (1757) Fu Cosentino; ed era Vescovo di Cotrone quando re Carlo III il designò per nostro Arcivescovo a Benedetto XIV, che non tardò a confermarlo. Ebbe tutte quelle virtù cristiane, che fanno sempre rispettabili e venerati i ministri della Chiesa; misericordioso, modestissimo, sobrio per sè quanto può dirsi. Moriva nell’ottobre del 1760, e lasciava alla Chiesa tutto quanto egli possedeva.

  1. Mons. Tommasini ottenne poi da Roma nel 1819 che i Canonici Reggini portassero la sottana violacea, la fascia violacea ed il fiocco verde al cappello, alla guisa dei Prelati inferiori.