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Laban, cui Giacobbe servì per amor di Rachele, s’interpreta Dealbatio„.1

Non cerca la giustizia2 proprio, chi serve alla Grazia; ma vuol vivere in pace nel Verbo dal quale si vede il principio: serve dunque per Rachele e non per Lia.3 “Chi, in fine, può amare nelle opere della Giustizia quel travaglio d’azioni e passioni? Chi può desiderare quella vita per sè stessa? E così nè Giacobbe Lia„. Ma Giacobbe dopo il suo lungo servire, quando credeva d’essere unito a Rachele, ebbe invece Lia, e Giacobbe la tollerò, pur non potendola amare, e l’ebbe cara per i figli che gli diede. “Così ogni utile servo di Dio, avuta la grazia dell’imbianchimento (dealbationis) de’ suoi peccati, nella sua conversione non fu tratto da altro amore che dalla “dottrina di sapienza„.

Ora per intenderci meglio, reco il luogo della Genesi:4 “Laban aveva due figlie; la maggiore Lia di nome, e la seconda si chiamava Rachele. Ma Lia era di debili occhi: Rachele di bel viso e avvenente figura. La quale amando Giacobbe, disse:

  1. Di chi è servo Dante, e di chi è innamorato? È servo o, com’esso dice, «fedele» di Lucia (Inf. II 98), ed è amico di Beatrice, come questa medesima afferma (ib. 61). Lucia è dunque il Laban o Dealbatio del nuovo Giacobbe che ama colei che siede vicino all’antica Rachele? Certissimamente. Lucia è quella che agevola Dante per la sua via della purgazione e lo reca sino alla porta del luogo dove saranno cancellati i sette P. E tutti i commentatori (e in ciò diedero prova di lodevole acume) hanno interpretato Lucia per Grazia. E vedremo al capitolo «La Donna Gentile e Lucia» il perchè di questo suo nome, che val proprio dealbatio.
  2. La giustizia che assomma le virtù della vita attiva.
  3. Luogo forse corrotto, ma che dà certo questo senso.
  4. Gen. XXIX.