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Sonetti del 1846 355

garbava.]      5 [Il Mattei era “uomo di poco momento in tutto, fuorchè nell'arto del dissimulare e nella servilità.„ Strumento docilissimo nelle mani del prepotente Lambruschini, “fu ministro, ma non di Stato, sibbene di piccoli intrighi e favori, autore di qualche male, di nissun bene.„ Farini, Op. e vol. cit., pag. 83.]      6 Ludovico Micara, cappuccino, decano del Sacro Collegio.      7 [“Micara, frate selvatico di temperamento...„ Bianchi, Op. cit., vol. V, pag. 7. — "Le cardinal Lambruschini lui ayant domandé, au conclave de 1846, quel nom il prévoyait devoir l'emporter, Si Dieu fait l'élection, répondit Micara, Mastaï sera nommé; si le diable s'en mêle, ce sera vous... ou moi.„ Rendu, L' Italie de 1847 à 1865; Paris, 1867; pag. 4. — V. anche la nota 10 del sonetto: Er fattarello ecc., 31 magg. 37.]      8 Luigi Lambruschini, già Segretario di Stato [per gli aiFari esteri] sotto Gregorio XVI. [Impostogli, come è noto, dall'Austria, che non vedeva di buon occhio il Bernetti, perchè non del tutto a lei servile. “Gregorio XVI avea divisa la segreteria di Stato in due ministeri, uno per l'estero, l'altro per l'interno; ma il primo aveva pur sempre serbata la somma direzione della politica interna ed esterna, ed il secondo avuto ufficio piuttosto di amministrazione che di politica.„ Farini, Op. e vol. cit., pag. 82.]      9 ["Assoluto e superbo, volle dominar solo in Corte e nello Stato... Non sopportava emuli o pari in autorità, e non voleva inceppamenti alle voglie e deliberazioni sue.„ (Farini, Op. e vol. cit., pag. 82-83.) Dettogli un giorno che le carceri dello Stato non erano più capaci di contenere prigionieri politici, rispose con una frase che divenne famosa: Se son piene le carceri, son vuote le sepolture. Candidato della parte più retriva del Sacro Collegio, sperava d'essere eletto papa invece di Pio IX, e infatti al primo scrutinio ebbe quindici voti, cioè due di più del competitore. All'ultimo, quando il Mastai ne ebbe trentasei e lui soli dieci, caddero svenuti l'uno e l'altro, ma per ben diversa cagione! Cfr. Poggi, Op. e vol. cit., pag. 406.]