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Sonetti del 1834 371


anche alla morale complicità dei liberali. Quindi furono arrestati e condotti a Civita Castellana, Domenico e Tancredi Bettini, Giuseppe Stinchetta, Silvestro Lillini che mori in carcere, Nazzareno Anelli, Vincenzo Stornelli, mandati poi in America; Domenico Lupattelli, che esiliato dopo cinque anni di carcere, si ritirò a S. Marino, indi a Corfù. Furono arrestati e poi graziati Francesco Donini, Mariotto Fantusati, Filippo Burelli e Giovanni Piazza; arrestati, e poi lasciati in libertà, l’ingegnere Luigi Menicucci e l’impiegato Volfango Franchi, arrestato ed esiliato Luigi Bartolucci. Avidamente cercati, riuscirono a porsi in salvo Pio Tancioni a Londra, Pio Massoni a Napoli, Giuseppe Candolfini a Parigi. Ma fra le vittime politiche ve ne ha una, che merita speciale attenzione per la sua stravaganza. Nel limite che divide un lato del Corso dalla Piazza S. Isidoro, un tal Santin Bellino, con una cera fra lo stupido ed il cór contento, vendeva le castagne, lodando a gran voce la merce sua. Simpatizzando egli coi liberali, più per la famigliarità di cui lo degnavano che per cognizione della loro causa, nell’invitare i compratori lanciava qualche frizzo ostile al Governo, sul gusto di quel Veneziano che vendendo le patate, gridava: Neranze de Viena; ma delle sue facezie nessuna è rammentata, perchè nessuna aveva un grano di sale. O che egli prendesse parte al tumulto, o che la polizia volesse vendicarsi dei suoi frizzi, il fatto è ch’egli fu imprigionato e condotto a Civita Castellana. Vi era da credere che per le abitudini della sua povertà gli fosse men dura la prigionia. Ma non fu cosi. Dacchè il povero popolano si trovò sotto alle oscure volte e fra le umide pareti del carcere, e non senti più insultargli il viso la secca tramontana del paese nativo, e il suo cibo durante il giorno non fu più un marrone ch’egli prendeva come pillola con un bicchiere di vino ad ogni due ore, e non vide più l’ampia platea del suo teatro diurno, e più non udì quelle risa di scherno ch’egli prendeva per applausi; dacchè si trovò elevato al grado di cospiratore tra facce fiere e ciglia aggrottate, il povero Santino non fu più quello; e colto da una malattia nervosa, a cui non era estranea la nostalgia, Santin Bellino morì, facendo scrivere anche questo fra i trionfi della Santa Sede. — Benchè in Perugia il partito liberale fosse assai numeroso, rimaneva tuttavia acefalo, ove fosse esule o spento il Guardabassi. E il Governo papale che sei sapeva, lo rese responsabile del tumulto della spezieria Tei, e come tale lo fece arrestare in Ancona per mezzo del generale Cubières. Tradotto a Macerata, indi a Foligno, indi a Civita Castellana, quivi, dopo cinque mesi di durissima prigionia, e di dubbi