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346 Sonetti del 1834

e sopra altri sacri argomenti (V. il Diario di Roma di quell’anno), fece poi del pontificato di Gregorio questo lugubre ma verissimo quadro: "Pessima l’amministrazione; l’erario esausto; protetti i malfattori, e gli onesti uomini perseguitati; nessuna sicurezza nelle città e nelle campagne; i piati continui e perpetuati dalla confusione delle leggi e ingordigia dei curiali; consigli militari in luogo de’ tribunali ordinari, misteriose le condanne, ingiuste le pene, scomposti i giudizi, la milizia corrotta e forestiera e fomentatrice di civili discordie; le tasse enormissime; violato il segreto delle lettere; gli uffici e gli onori premio della malvagità e dell’ignoranza; da per tutto abusi, arbitri, corruzione. Viziosi i costumi, contaminata la morale, scaduta la religione, l’edifizio civile minacciante da ogni lato rovina.„ E a tutto questo si aggiunga che Gregorio, finché visse, "non volle mai strade ferrate, non congressi scientifici, non asili d’infanzia.„ Le Istorie Italiane; Firenze, 1858; voi. I, pag. 30-31.]