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oppressioni novelle e più ingegnose. Questo governo è un’immensa piramide, la cui base è fatta dai birri e dai preti, la cima dal re; ogni impiegato, dall’usciere al ministro, dal soldatello al generale, dal gendarme al ministro di Polizia, dal prete al confessore del Re, ogni scrivanuccio è despota spietato e pazzo su quelli che gli sono soggetti, ed è vilissimo schiavo verso i suoi superiori. Onde chi non è tra gli oppressori si sente da ogni parte schiacciato dal peso della tirannia di mille ribaldi: e la pace, la libertà, le sostanze, la vita degli uomini onesti dipendono dal capriccio non dico del principe o di un ministro, ma di ogni impiegatello, d’una baldracca, d’una spia, d’un birro, d’un gesuita, d’un prete.

Gli altri italiani soffrono anch’essi, ma i nostri mali trapassano ogni misura. La Toscana ha un principe umano, un governo mite e ragionevole: nel Piemonte gli ordini civili son saldi, il principe voglioso di operare, gli uomini parlano, scrivono, ed han dignità di uomini: nel Lombardo-Veneto è il gran male della dominazione tedesca, e son puniti severissimamente anche i sospetti di peccato politico, ma la giustizia civile, criminale, ed amministrativa serbasi esattissima: nello Stato Romano dopo sedici anni di oscena tirannide or finalmente si respira, e si benedice al magnanimo Pontefice che si fa promettitore di lieto avvenire a tutta l’Italia. Ma sono ventisette anni che le Due Sicilie sono schiacciate da un Governo che non si può dire quanto è stupido e crudele, da un Governo che ci ha imbestiati, e che noi soffriamo perchè forse Dio ci vuol far giungere alla estrema miseria e all’estrema vergogna, per iscuoterci poi ed innalzarci a fortuna migliore; da un Governo che non vuol vedere, non vuol udire, e ci ha finalmente stancati. Nè vi è speranza di avvenire men reo; perchè Re Ferdinando attempandosi diventa peggiore; e i figliuoli nati da lui ed educati dai preti saranno ancora più tristi di lui. Onde