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cacciar dalle prigioni alcuni di coloro che furon men rei negli avvenimenti del 1820 al 1828. Il Ministro Intonti, uomo astuto, ambizioso, e fieramente malvagio, sentendosi abborrito da tutti, e mal sicuro, fu questa volta ingannato dall’apparente bontà del giovane alunno dell’Olivieri; e consigliato dalle condizioni in cui allora trovavasi il regno, l’Italia, e l’Europa, proponeva al re un nuovo disegno di governo: un largo e nuovo Consiglio di Stato; rifar tutta l’amministrazione e dar impieghi ad uomini abili ed onesti; richiamar gli uffiziali cacciati; formar una guardia nazionale. Si dice che il re in prima si piacque di questo disegno, e gli promise di torre tutti i Ministri; ma i Ministri e l’Olivieri si unirono, dissero al re che l’Intonti era un partigiano del governo francese; il re comandò che fra ventiquattr’ore il Ministro uscisse del regno, e gli fossero sequestrate tutte le carte. Tutti godettero alla caduta di questo uomo feroce che dopo essersi pasciuto di sangue si mostrava benigno soltanto per fina malvagità; ma i popoli presto disingannati videro il carnefice di Bosco fatto Ministro di Polizia: il re fanciullo d’anni e d’intelletto spassarsi co' soldatelli, afforzarsi di preti e di frati che mantenessero i popoli nell’ignoranza. Onde presto cominciarono gli sdegni, le congiure, le rivolte, e le condanne delle Commissioni militari e della Commissione di stato; chè da questo punto non vi fu un solo anno senza uno sforzo, un tentativo dei popoli, e senza una crudeltà del governo.

Sfortunati furono gli sforzi de’ fratelli Rosaroli, del frate Angelo Peluso, e di altri uomini, di oscuro nome, ma di nobile cuore, i quali tutti gemono ancor nelle galere. Nel 1837 il cholera devastava le nostre regioni, ed il governo spensierato non vi poneva cura, non cercava previdenze, godeva che i popoli fossero atterriti; onde i popoli, sospettosi, credettero che il governo lasciasse spargere e dilargare il morbo per ispaventarli e non farli