Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/143

[423] la diplomazia e gli ergastolani 137


di bene a noi. L’Austria ha voluto mandare l’ambasciatore che aveva a Parigi, acciocché questi tornando in Francia possa presentare a Napoleone le ragioni perché il re di Napoli non può far nulla. L’Austria approva ciò che si fa in Napoli; e vuol fare approvarlo da Napoleone adulandolo con questa finezza, mandando un uomo stimato da Napoleone. Mio Dio! che sciocchezza è quella di sperare nella diplomazia, che è il gesuitismo politico? Il re di Napoli potrebbe salvare la sua famiglia e questo sventurato popolo, il quale avrebbe un’altra gravissima sventura se mutasse dinastia; ma egli è cieco, non vede che rovina sé, rovina il figlio, rovina tutti con la sua ostinazione. Tiene Napoleone per amico, gli ha mandato un ministro per difendersi, e non ricorda che i napoleonidi sono necessariamente nemici dei Borboni; e che in corte di Napoleone ci è chi pretende alla corona di Napoli. Ma a che ti scrivo queste cose? Io penso quale sará in avvenire la sorte di questo paese, e ne piango. Di me non m’importa, perché io son morto: ma della mia patria mi addolora il pensiero che ella sará in volta nelle rivoluzioni e nelle guerre civili. La tempesta verrá: chi ha seminato spine raccoglierá spine.