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30 parte prima - capitolo iv


domandava, rispondeva, provvedeva subito, e ricordava i nomi di quanti aveva una volta veduti. Contentò anche la Sicilia, sempre desiderosa di re e d’indipendenza, e vi mandò luogotenente suo fratello Leopoldo conte di Siracusa. Esercito napolitano non si può dire che v’era: dodicimila svizzeri, assoldati dopo che partirono gli austriaci, tenevano il regno: onde egli attese principalmente a formare un esercito, richiamò gli antichi uffiziali giá dimessi per politiche opinioni, creò nuovi reggimenti, riordinò ed accrebbe gli antichi: ai soldati favori, carezze e le sue maggiori cure: stava sempre in mezzo ad essi, se li menava dietro, li esercitava continuamente, li rivestiva di nuove divise, e quando li comandava pigliava l’aria di gran capitano. A quei giorni non ci fu guerra ai peli, nemici perpetui dei Borboni; anzi il re si radeva ogni giorno per farsi crescere subito i baffi che non aveva, e se ne metteva dei finti. Onde fu lecito a tutti e fu segno di libertá poter portare alquanti piú peli in faccia.

Io allora sbarbatello, che non era savio, e avevo la testa piena di storie romane e greche, e di brave poesie che sapevo a mente, trovandomi un giorno con altri giovani miei amici e maggiori di etá che mi facevano i prudenti, io dissi: «Oh, di che vi rallegrate voi? Nerone cominciò col quam mallem nescire scribere. L’è scopa nuova, ma di quella mala erba: fate che s’usi, e vi riuscirá Borbone come il padre, e come l’avolo». Mi diedero del matto e davvero io avevo poco senno: ma siccome le cose di questo mondo vanno raramente secondo ragione, cosí il matto spesso s’appone meglio del savio.

Dissero, ed io lo credo, che Ferdinando essendo ancora nuovo re ebbe due lettere: una da Luigi Filippo suo zio, il quale lo consigliava d’allargare la mano, come volevano i tempi, e lasciare scrivere, parlare, ed ognuno pensare a suo modo; ed un’altra da Francesco imperatore d’Austria, che gli diceva di tenersi saldo all’amicizia dell’impero, come avevano fatto i suoi maggiori, non concedere nulla, non abbassare la dignitá del principato, e se avesse mestieri di soldati austriaci per sua difesa gliene manderebbe. Allo zio rispose che il suo