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220 parte prima - capitolo xxiii


verso il Carmine. I popolani si disperdono. Altri assaltano la casa dello Schiavone, il quale gittandosi da una finestra si rompe una gamba ed un braccio: il lazzaro Caporale che portava una bandiera bianca è inseguito, fugge in una casa, si afferra ad una fune per discendere in un pozzo e salvarsi, ma cade nell’acqua e si annega. Nella piazza della Pignasecca serrano le vie con panche e seggiole, poi con le pietre scavalcano due lancieri, e fanno fuggire gli altri. Insomma una parte del popolo, che erano specialmente artigiani, voleva la costituzione.

Quando il re seppe questi fatti si batte la fronte, e si volse inviperato a quelli che lo circondavano, e disse: «Mi avevate fatto credere che il popolo era tutto per me, ed io veggo molti che stanno contro di me». La camerilla sdegnata che la dimostrazione non era riuscita come ella voleva, e che il popolo non si era mostrato avverso a la costituzione, arrestò molti popolani, e fece loro un processo, che fu il processo del 5 settembre.

Il 7 settembre uscí un’ordinanza che vietava ogni dimostrazione e qualunque grida sotto qualunque bandiera. Il ministero muta: il Bozzelli passa all’istruzione pubblica: all’interno è chiamato Raffaele Longobardi, che giá aveva governato la Polizia, ed era magistrato: a prefetto di polizia Gaetano Peccheneda: il Merenda è allontanato dall’ufficio, che egli aveva proprio sporcato, ma ritiene il suo stipendio. La sera di quel giorno il telegrafo annunzia la presa di Messina. Per sette giorni si era combattuto a Messina con gran sangue, e rovine, e la cittá era mezzo distrutta.

Il giorno 8 settembre non si fa la solita festa di Piedigrotta dove andavano tanti soldati, e accorreva tanta gente: il re senza pompa va per mare a visitare la madonna, e a ringraziarla della conquista di Messina, e mentre egli prega, in Messina continua il saccheggio, l’incendio e la strage.

Venne la notizia che Demetrio Andruzzi, capitano di artiglieria, colto, bravo, liberale che aveva cospirato con noi nel ’47, era morto combattendo contro Messina: partí da Napoli fieramente sdegnato contro i siciliani. L’Andruzzi era uomo di