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ritorno al mondo 143


ricordanze, e dico solamente quello che io vidi innanzi a me, un Borbone il quale non vedeva né voleva saper nulla di tutto ciò che accadeva nel mondo, udiva e non intendeva la voce dei suoi popoli che si agitavano con moti piú frequenti che gli altri popoli d’Italia e le altre nazioni di Europa.

Chi leggesse un buon diario politico di quegli anni troverebbe che i moti di rivoluzioni piú frequenti furono nel Regno delle Sicilie e nello Stato del papa. E la ragione è questa: erano i due governi peggiori, che piú opprimevano, ed erano composti non di uomini d’ingegno, e forti, e naturalmente maggiori degli altri, e però temuti e rispettati, ma da ignoranti e stolti, per modo che ogni omicciattolo si credeva maggiore di essi e si sdegnava di dover ubbidire a cosí fatti. E l’oppressione scendeva sino a le ultime classi del popolo; ed in ogni paesello il prete il gendarme regnavano spietati su le misere genti, e con arbítri, estorsioni, e soperchierie d’ogni maniera, pungevano ed irritavano chi stava sotto. Nel Lombardo-Veneto c’era lo straniero, che è peggiore di ogni tirannide paesana; ma lí lo straniero era forte, non stolto, puniva feroce ogni reato politico; ma favoriva la buona amministrazione interna, ed era giusto con tutti fra certi limiti: lí erano come due campi, in uno gli stranieri, nell’altro il popolo tutto unito che pur faceva qualche buona cosa da sè, e non si moveva facilmente perché capiva che non poteva togliersi facilmente dal collo un esercito straniero. Noi altri per contrario si aveva la tirannide fraterna, che è la piú crudele fra tutti, e non era Ferdinando il tiranno, no, ma il prete, il gendarme, il giudice regio, il ricevitore, qualunque impiegato con potere, che non ci lasciavano un’ora di pace, che continuamente, ogni giorno, e in piazza e in casa ci stavano ai fianchi, e ci dicevano come il ladro: «O dammi o ti pungo». Questa oppressura corrompe una nazione sin nelle ossa. Tutti se ne lamentavano, finanche gli oppressori piccoli che erano schiacciati dai grossi: onde ciascuno era persuaso che se pochi arditi levassero una bandiera e si mantenessero per quindici giorni, gli oppressi, che erano tutti, correrebbero a loro e