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108 parte prima - capitolo xiv


io leggevo quelle parole sentivo come un ferro rovente che mi passava sul petto: e che doveva sentire ella che le scriveva? Io non posso ripensare a quelle angosce: e poi che cosa importerebbe al mondo sapere quanto patí una donna?

Dirimpetto a la mia finestra molto lontano su la via del Petraro era la casina del signor Falconnet, negoziante francese, e innanzi la casina era una bella e graziosa villetta la quale si alzava molto sopra il giardino che sta innanzi il carcere. Ogni giorno sul cadere del sole quel signore e sua moglie, vestiti come due gigli, scendevano nella villetta a passeggiare e godere il fresco, e avevano intorno tre figliuoli che andavano saltando e godendo. Io mi affezionai a quella famiglia, specialmente a quella signora che era incinta, come io avevo lasciata la mia Gigia; e mi consolavo a guardar da lontano quella pace che mi pareva felicitá, e dai loro movimenti credevo di intendere ciò che dicevano. «Oh, io non desidero ville, ma quando potrò cosí vedere vicino a me mia moglie e i miei figliuoli?» Quei signori non guardavano al carcere, dove sapevano esserci ladri: eppure nel carcere era uno che li guardava, li amava, e ogni giorno diceva loro: «Dio vi benedica; siate felici». Un giorno vidi le finestre della casina tutte chiuse, i servi andare su e giú costernati, poi nella villetta apparirono molti frati francescani con una croce. La signora sul parto era morta. Io ne piansi. La villa fu abbandonata, ed io perdei una consolazione.

Avevo chiesto qualche libro, e finalmente fu permesso di averne, e ne ebbi due, il Nuovo Testamento in greco antico con la metafrasi in greco moderno, e le poesie di Vincenzo Monti in un volume. Quel custode Luigi Liguoro che mi aveva portato lo strano saluto dell’Escalonne, entrato un giorno nella mia stanza, e sedutosi sul poggiuolo, prese in mano il Nuovo Testamento, e aperto mi domandò: «Che lingua e questa?» «È greca». «E voi sapete anche il greco?» «Un poco». «Signore, io vi debbo cercare una carità. Levatemi da questo mestiere che non È per me, che sono nato un galantuomo. Ho quattro figlie zitelle, e sono carico di debiti.