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42 capitolo secondo.

nicipi veneti onde il Plebiscito si voti regolarmente senza acclamazioni e con una formola seria e sicura. Sarebbe fissato il giorno 21. Tale publicazione non toglie che il Plebiscito si faccia secondo le istruzioni del Commissario francese. Lo scopo suo è di facilitare l'esecuzione e dare al Plebiscito un carattere serio. Procurate di presentare sotto questo aspetto al Commissario francese la publicazione fatta sul giornale. È urgente che non si sollevino incidenti lamentevoli.

Rispondevo: "Se prevenuto pubblicazione, avrei cercato predisporre Lebœuf. Cercherò conciliare. Importantissimo che nulla si pubblichi con data anteriore al 19.„

Ricasoli nella sua lettera a Cugia, aveva bensì parlato di pubblicare all'uopo il Plebiscito, ma non credei fermarmi a tale idea. In quella lettera egli parlava pure di nominare nuovi municipi, ma poi il 6 ottobre scriveva: "... Conservare gli attuali municipi è stata opera saggia...„ Speravo ugual mutamento pel Plebiscito. Alle 11 ant. del 16 Mœring e Jacobs rimisero Verona a Lebœuf, e questi successivamente la consegnò al podestà De Betta. Il Podestà venne con vettura di gala all'albergo per pregarmi di far entrare le nostre truppe. Andammo fuori Porta Vescovo, dove il generale Medici aspettava l'ordine, colla sua colonna, e rientrammo in città di passo alla testa delle truppe. Era la 15.a divisione. Seguiva la Legione Vicentina, la cui inopportuna formazione ed intervento all'ingresso di Verona era frutto della debolezza di Medici verso gli antichi Volontari, debolezza probabilmente rinforzata dal dispetto di aver dovuto ritirarsi dal Trentino. Era troppo tardi per farne caso, e nessuno rilevò tale intervenzione.

Il Podestà voleva dare un pranzo municipale agli uffiziali generali e superiori. Sconsigliai la cosa. La convenienza voleva ch'io fossi invitato e voleva non meno che fossero invitati gli altri due commissari, i quali erano stati in comunicazione col municipio. Ma la loro presenza stuonerebbe. Gli invitai invece io, cogli uffiziali delle due Commissioni Dimenticai avvertitamente d'invitare Medici, temevo un suo rabuffo. Quando un uomo moderato e prudente si lascia dominare da risentimento è più pericoloso d'un imprudente.

Prima del pranzo, Lebœuf, cui ero andato a far visita nella sua