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20 CAPITOLO PRIMO.


La Prussia aveva dichiarato all’Austria ch’essa intendeva mantenere l’Italia nel possesso del Veneto. Con ragione il nostro Governo osservò che non bastava tale dichiarazione, essere indispensabile che tale annessione del Veneto fosse confermata nel trattato di pace, e tolto ogni compenso, la cosa fu trovata giusta, e si adottò la seguente formola.

“S. M. l’Imperatore d’Austria avendo ceduto a S. M. l’Imperatore dei Francesi il Regno Lombardo-Veneto, e l’Imperatore dei Francesi da parte sua, essendosi dichiarato pronto a riconoscere la riunione del detto Regno Lombardo-Veneto agli Stati di S. M. il Re d’Italia, sotto la riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate, i Plenipotenzari hanno, ecc.„ ed il trattato tra l’Austria e la Prussia fu firmato il 23 agosto ed il 24 quello tra l’Austria e la Francia, portante la consegna del Regno Lombardo-Veneto al commissario delegato dal Governo francese. Questi lo trasmetterebbe alle autorità venete e le popolazioni sarebbero chiamate al voto. Il Moniteur dichiarava che l’Imperatore acconsentiva acchè le provincie cedutegli dall’Austria si unissero all’Italia.

“Possa almeno, scrivevo al fratello, il trattato compiere la cucinatura del carcioffo, altrimenti saremo sempre in agitazione... compatisco chi avrà da negoziare coi Francesi, infatuati della cessione del Veneto. Il signor Léon Pillet, antico direttore del teatro dell’Opera a Parigi, e console a Venezia, vi domina! Faranno tutto il loro possibile per renderci impossibile la gratitudine.„

Scrivendo queste linee da Paese non mi sognavo di dover io lavorare tanto per annullare la nostra gratitudine.

Alcune considerazioni farò su quanto si pretese umiliante per l’Italia.

Nell’insuccesso di Custoza devesi considerare, che in quella lotta le nostre forze combattenti erano inferiori in numero a quelle austriache, ed erano queste il fior dell’esercito, comandate dal loro generale più stimato ed autorevole, l’Arciduca Alberto. Le regioni che circondano Verona erano, si può dire, la piazza d’armi, nella quale gli Austriaci manovravano continuamente.