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12 CAPITOLO PRIMO.

facile ad intendersi: chi regalava il Veneto poteva avanzare pretensioni pesanti.

Tali sentimenti li esprimeva Lamarmora in una nota a Nigra. Era il caso di agire e prontamente, come i Prussiani.

I consigli supremi tenuti a Ferrara dimostravano pur troppo che la disparità di parere e le antipatie personali incagliavano una direzione pronta ed energica per rialzare la nostra situazione.

Ricasoli rincarava la dose delle divergenze, colle dichiarazioni che spediva dal suo scrittoio di Firenze. Telegrafava seriamente a Cialdini “di tagliare la ritirata agli Austriaci onde non andassero ad ingrossare le loro file contro i Prussiani, altrimenti l’Italia sarà disonorata„.

Egli avrebbe dovuto sapere che l’Arciduca Alberto sin dall’8 luglio aveva dirette le sue truppe al Nord, lasciando solo presidiato le fortezze ed il Veneto completamente sgombro di truppe austriache.

I consigli si tenevano a Ferrara. Cialdini non accettava il posto di capo di Stato Maggiore, lasciando indovinare che voleva essere supremo, e riteneva imbarazzante la presenza del Re e del Principe Reale in mezzo all’esercito. Opinione non giusta perchè la presenza del Re e dei Principi esercitava ottima influenza sul morale delle truppe. Si combinò un mezzo termine, sempre fatale quando occorre una risoluzione energica.

Cialdini avrebbe una specie di direzione suprema della guerra, si avanzerebbe, con assoluta libertà d’azione, verso la frontiera austriaca, conducendo seco 14 divisioni. Delle altre quattro, tre starebbero in osservazione verso il quadrilatero e l’altra comandata da Medici doveva portarsi nel Tirolo pella valle del Brenta, mentre Garibaldi si avanzava pure nel Tirolo da altra parte.

1 “La risoluzione presa di dare un aumento di forze con libertà

  1. Scrivevo tali cose a mio fratello da Badia, ove senza lasciarmi fermare un giorno a Ferrara per aspettarvi parte dell’artiglieria e cavalleria della divisione, mi avevano fatto passare il Pò per andare a chiudere tra Ficcarolo sul Pò e Badia sull’Adige, l’adito a qualunque attacco austriaco da Legnago. Supplii alla meglio con alcune guide datemi da Pianell, e due cannoni presi ad una riserva d’artiglieria. Pochi giorni dopo, rimpiazzato dalla divisione del Principe Umberto, partii per raggiungere Cialdini. Marciando sempre di giorno, brevi fermate, un po’ di distanza fra i diversi corpi, e tenendo i carri dei viveri col rispettivo loro riparto, da Badia a Chiasiellis presso Palmanova, la divisione non lasciò che quattro uomini in dietro.