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76 | scritti di renato serra |
di quella età che comprende il rinnovamento degli studi positivi e il risorgere di una coscienza del passato nella nazione.
In fine il catalogo di questi scrittori rappresenta anche l’animo letterario del Croce e del nostro migliore insegnamento universitario; il loro sentimento e i gusti e la scelta.
Ho nominato prima la biblioteca teubneriana, per rendere qualche immagine della mia aspettazione di qualche cosa di mezzano e maneggevole, e pur compiuto e rassicurante. Ma non bisogna far confusione. Verso la teubneriana la mia fiducia è illimitata; io so che essa appartiene alla grande tradizione dell’umanesimo, e non pretende di recarvi nulla di nuovo; tutto quello che ci perviene dalla certa antichità, essa lo accetta, e bada solo ad accostarsi a quell’ideale — che del resto è una parte della stessa antichità — della migliore lezione. Potrò trovare di Eschilo o di Bacchilide una lezione più soddisfacente altrove; ma per eccezione. Del resto, e pur con la riserva di cercare caso per caso testi critici più squisiti, per il mio diletto e per la mia lettura, io posso prender tutto a occhi chiusi. Se la spesa non mi trattenesse, io vorrei avere tutta la collezione nel mio studio, e poco più avrei a desiderare.
Della biblioteca italiana di Bari non si può dire lo stesso. Ne avremo testi eccellenti, in veste assai buona, ma il tutto insieme ci lascia un’ombra di diffidenza e di fastidio.
Se si offrisse l’occasione di associarsi a tutta la serie, così in massa, senza diritto di esame o di scelta, credo che nessuno di noi si sentirebbe il coraggio di accettare.
Non è questa la biblioteca del nostro cuore, quella che solo al colore della copertura e alla