Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/217


la vita umana. 213

     Acerba più quanto più ratto il sogno
     Della vita s’invola, e seco porta
     Le mentite speranze e più non torna.
30Ma quei, che a noverare i giorni apprese
     Sol dall’angosce, palpitando il giorno
     Chiama, che dell’angosce ultimo sia;
     Ed aspettando misero si duole,
     Che lentamente a’ suoi voti risponda.
     35Chi più saggio e felice? Incauti tutti,
     E tutti infelicissimi, che al vero
     Segno chiudendo della mente il guardo,
     Dietro corriamo indocili farfalle
     All’infido baglior che alletta e uccide;
     40E dell’inganno nostro iniqua voce
     Dando all’inconsapevole fortuna,
     Più che a noi stessi, nella sorda guerra
     Più scorati cadiamo, e più superbi.
Al dolor nati, del dolor la legge
     45Noi tutti preme; ed il purpureo manto
     E la lacera veste al volgo ignaro
     Le recondite pene indarno asconde
     O mal rivela. Della colpa figli,
     Nostra comune ereditade è il pianto.
     50Stolto chi venerar sdegna l’arcano
     Avverso no, ma provvido consiglio
     Di Lui, che fatti d’ogni labe puri
     E l’un dell’altro pïetosi, in santi
     Di fraterna amistà nodi congiunti
     55Ne vuole, e degni di sua grazia rende.
     Ma, più che stolto, sventurato! Un raggio
     Sotto a torbido cielo a lui non splende
     Di speranza e di amore; e senza un raggio
     Di speranza e di amor, peggio che morte,
     60È nostra vita dolorosa e oscura.