Petto ci piove il nèttare soave,
E l’influsso di amor che non perdona 85Alle protratte notti, e nulla oblia
Fuori che il senso del dolor: cotanto
Vegliar ne giova sull’amata prole.
A cui più tardi il genitore accorto,
Dalla fida compagna avvalorato, 90Più che alle membra, a facili e gagliarde
Prove cresciute, all’animo ministra
Salutar nutrimento. Alfin per lungo
Volgere d’anni dell’adulta pianta
Matura il frutto, con gentil fragranza 95Ed eletto sapore i pigri giorni
Consolando dei tremoli parenti,
Ed il nativo suol lieto rendendo
D’ombra benigna e di fecondi altero
Ben intrecciati rami. A che natura, 100Quasi proterva ed invida matrigna,
Fa l’un dell’altro al soccorrevol braccio
Segno, e alla vista del fratel che langue
A fraterna pietà move, se nato
Al par di bruto l’uomo a condur fosse 105Il passo in cerca di selvaggia preda?
A che la piena de’ soavi e cari
Affetti e l’incantevole parola,
Che l’affetto e il pensiero apre e trasfonde?
Oh! falso immaginar, che delle viete 110Usanze schivo a nuovi sogni dietro
Errando vola, e sciogliere presume
ricomporre a suo talento i nodi,
Onde a convitto socïal ci lega
Nostra condizïon, più che l’alterno 115Mutabil patto. Indomita speranza
Del ben non paga al meglio invita, e porge