Il prezzo delle cose agita, e volge 245Del mercato le sorti. A che mi stillo
Dunque il cervello a raddrizzare il becco
Dello sparviero? Giudice e maestro
Ed arbitro supremo il caso sia,
Ch’esso è duce e signore e la contesa 250Vana sarebbe. È cieco il caso? Oh! quanto
Di coloro, che credon di vedere,
Ed han la vista più dell’ugne corta,
Meno in fallo cadrebbe il caso cieco!
A che le imposte varïate e strane, 255E le mobili e immobili tariffe,
Gli armati sgherri ed i tranelli infidi,
Quando per se medesmo il carco scende,
E con moto invincibile si parte
Sugli omeri diversi? Unico e solo 260Un carico s’imponga, e la sua legge
Segua, com’acqua in disugual terreno
Caduta, la nativa indol seguendo.
Con certo e naturale ordin si appiana.
La sofistica nebbia al primo raggio 265Si dilegui del ver. Volge alla china
E si dilata il liquido elemento,
Se noi rattenga delle opposte dighe,
Delle sponde e degli argini riparo.
Che al valor degli obbietti si disposi 270Delle imposte il valore, e intenda e mova
Equabilmente a spargersi d’intorno,
Io nol ti niego allor, che ostacol nullo
Ne impedisca il connubio, o ne distorni,
Ne rallenti o ne fermi il moto impresso. 275Se la sorgente inaridisci, asciutto
Colla povera arena il letto giace
Dello sperato rivo; e se alla foce