La mano, onde vezzeggi il cane e il mimo! 245Alla semplice Moda io non contendo,
Che scherzi svolazzando ad ora ad ora:
Ma ditemi, per Dio, voi che stranieri
Nella patria vivete (oh patria, oh nome!)
Dal volubile capo all’agil piede 250Effigïati alla straniera stampa;
Ditemi, è questo il senno e la pietade,
Onde tanto per voi vampo si leva?
Non gli esperti famigli, o gli ospitali
Prandi, o le bighe fervide condanna 255Quei, che biasmando va degli ozïosi
Servi procaci la lunghissim’ala,
O dell’italo Bacco il bando eterno,
O il vano scalpitar degli adunati
Da vario clima indomiti cavalli. 260Forse invoca le leggi? Un nume invoca
Più benigno, più saggio e più potente,
Tanto spregiato più quanto men noto,
Il semplice buon senso. A lui s’inchini
La falsa opinïon, che degli sciocchi 265È maestra, è regina, anzi tiranna.
Ed alla opinïon falsa, che nasce
Dal cieco orgoglio, onde sugli altri levi
Ambizïoso il capo, allor che meglio
Dell’essere il parer giova, si porge 270Un fomite dal plauso delle genti
Stupide ed ebbre e del lor male ignare.
Gli studi gravi e gli utili commerci,
E le imprese magnanime non curi
Ne’ molli e sfolgoranti ozi beato. 275De’ nostri danni son prima radice
L’ignoranza, l’errore e la superba
Viltade. Ad esse indícasi la guerra,