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i capelli di sansone. 209

tore inerte, indeciso, lasciarsi prendere da un profilo femminile, da una mano sottilmente inguantata, si vide vagabondando da una bottega di dolci a un’esposizione di beneficenza, da un concerto ad una chiesa, da un magazzino d’arte a un fioraio, da un teatro, ad un salone, ozioso, senza volontà, senza coraggio, subendo l’attrazione femminile come un fanciullo, sacrificando ad essa il suo tempo, i suoi pochi quattrini guadagnati stentatamente, trascurando il suo lavoro che era tutta la sua forza. Vide tutta la sua immensa, inguaribile vanità; e ne analizzò tutta la vacuità. Poichè queste donne che come Dalila congiuravano serenamente, inconsciamente, a togliergli la forza, in realtà egli non le amava; nessuna di esse gl’ispirava una di quelle ardenti passioni che tutto devastano: e il sentimento per cui tutto egli sacrificava non aveva nè altezza nè nobiltà, era una certa attrazione dell’istinto, una simpatia, un arrovellamento dell’amor proprio. E il più grave di tutto ciò, il più comico e doloroso, nello stesso tempo, era che nessuna di queste donne lo amava, lo guardavano dolcemente, gli sorridevano, lo conducevano in chiesa, al concerto, nel negozio di antichità, mangiavano i pasticcini con lui, sonavano una mazurka di Chopin, ma non lo amavano, no, nessuna. Per