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i capelli di sansone. 173


“A che prezzo?”

“A discrezione.”

“Bene, si vedrà. Sa, si ricorda, che io desiderava da gran tempo una portantina? Quella portantina tutta dorata, dipinta sulle quattro pareti, così barocche, così artistiche nel loro barocchismo? Vari amici mi avevano promesso di trovarmela, una portantina, anche lei doveva far ricerca, si rammenta? Ebbene, io ho da ieri la mia portantina, foderata di vecchio velluto rosso, una tinta disfatta che è seducentissima....”

“Come lei....”

“Come me, più di me, anzi! Indovini chi me l’ha data?”

“Io non indovino mai nulla, presso lei.”

“Mio marito, glielo dico subito: quel caro e buon marito che attraverso i suoi affari di banca ha il tempo di pensare alle mie portantine. Che marito!”

“Eccellente,” mormorò Riccardo, come distratto.

“Ha duecento anni la mia portantina, è vecchia assai, una perla di portantina, credo che l’abbia pagata mille franchi, per la rarità. È, del resto, bruttina, ma io la desideravo tanto!”

“Si farà condurre in portantina?”