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172 i capelli di sansone.

liva sempre più, dinanzi al cruccio reale, presente, di queste sette lire mancanti, che egli doveva trovare ad ogni costo: e si rammentava di donna Caterina, perchè era proprio lei che se lo era trascinato dietro a San Pietro, aumentando così a ogni minuto il suo debito verso il cocchiere, facendolo morsicare sempre più profondamente da quel verme roditore che è la carrozza presa a ora. Nella stretta via di Tordinona, la sua carrozza si fermò; un coupé ingombrava la via, fermo innanzi ad una bottega di antiquario. Sulla porta della bottega, una signora parlava vivamente con un commesso dell’antiquario, un giovanotto pallido, anemico, coi capelli rossi, gli occhi lattei e le guance macchiate di lentiggini. Era donna Clelia Savelli, che vedendo Riccardo, subito gli sorrise, facendogli un amichevole cenno del capo: egli restò incantato innanzi a quel sorriso, d’un tratto rasserenato, con una letizia che gli penetrava nel cervello, gli si diffondeva per le vene. Scese dalla carrozza, raggiunse donna Clelia.

“Eccomi sorpresa,” disse ella, ridendo. “È un gran mistero, tutta un’istoria, ma per carità, non la racconti sul giornale!”

“Io la racconto sicuro.”

“No no, la prego, sia discreto.”

“Me la paga, questa discrezione?”