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142 la virtù

e si voltò a guardare le finestre, disperatamente, come se chiedesse aiuto. Le imposte verdi erano chiuse, il marchese lo aveva detto, che lui amava l’ombra. Allora ella rifece la strada, dal palazzo Odescalchi sino al caffè, all’angolo di via Nazionale, ripassando lentamente innanzi alla porticina. Il portinaio leggeva un biglietto del lotto, con una cèra collerica, ma non si muoveva. Ella non entrò. Per la terza volta, ritornando verso il palazzo Odescalchi, ella ripassò: egli ricaricava lentamente la pipa, premendo il tabacco col pollice — nè si levava dalla soglia.

Allora Checchina abbassò il capo e se ne andò a casa rinunziando.

In Roma, dicembre 1883.