Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/88

82 la mano tagliata.


il capo e seguitando a guardare la mano tagliata. — Ma puoi ingannarti.

— Infine, chi sia il possessore, non importa, amico mio! Importa conoscere a chi appartiene questa mano, è vero?

— Già.

— Importa sapere chi è la donna a cui fu tolta, che persona è, dove sta, questo importa! E voi potete saperlo!

— Io? Io?

— La scienza non può tutto?

— Può molto, — disse lentamente Silvio Amati — ma vi sono dei segreti che le sfuggono assolutamente.

— Tutto ciò che potete fare, per chiarire la mia mente, per dissipare qualche mio dubbio, per illuminarmi, sarà un tesoro per la mia agitazione.

— Ebbene, Roberto, lasciami questa mano e vattene.

— Andarmene?

— Sì: non vuoi lasciarmi tempo di studiare? Non debbo analizzare, osservare, fare qualche esperimento?

— Ve ne scongiuro, non mandatemi via. Resto qui un’ora, due ore, aspettando, purchè io sappia qualche cosa! — Il professore comprese che Roberto Alimena era in preda a un grande esaltamento: comprese che si trattava di una cosa molto grave. Amava quel giovane ed era buono. Volle contentarlo.

— Bene, aspetterai, — disse, e si levò.

— Grazie, grazie! — mormorò Roberto Alimena, veramente in preda a una grande commozione. — Dove andate?

— Di là, — rispose Silvio Amati, accennando al suo laboratorio.

Roberto lo interrogò con un’occhiata ansiosa, ma il professore gli rispose: