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74 la mano tagliata.

vie Belsiana, Frattina, senza poterlo scovare. Roberto Alimena era sempre armato; del resto, era provvisto di un sangue freddo a tutta prova. Anche in piazza di Spagna, spesso, alla sera, gli era parso che qualcuno sospetto passeggiasse, sempre, verso Propaganda, ma appena egli si era mosso per raggiungerlo, la persona aveva finto di essere un viandante ed era sparito verso Due Macelli o verso sant’Andrea delle Fratte. Nella notte, talvolta, gli era sembrato udire un passo sotto le sue finestre che erano elevate dal suolo un metro e mezzo. Lo sforzarle, sarebbe stato facile. Cercando bene, egli trovò delle spranghe di ferro che fissavano le imposte e che non aveva mai pensato di adoperare; ogni sera, adesso, chiudeva così. In piazza di Spagna, però, sotto le sue finestre, erano sempre due guardie che sorvegliavano piazza Mignanelli, dove dava la casa del Presidente del Consiglio e Roberto Alimena, malgrado che fosse valoroso, considerava con una certa compiacenza queste guardie, sorvegliatrici inconscie.

Tutto ciò non lo allarmava punto, anzi ne eccitava piacevolmente i nervi che erano molto indolenziti da una esistenza senza grandi avvenimenti, senza supremi interessi. Roberto Alimena sentiva che, suo malgrado, navigava in pieno romanzo; e questo romanzo, egli che non ne leggeva quasi mai, cominciava a predominarlo, ora che ne diventava un personaggio. Comprendeva che a quella mano tagliata si legava tutta una terribile istoria e l’averla lui, ora, in possesso, lo vincolava a gente sconosciuta, forse a malfattori, certo a personaggi bizzarri e crudeli. E man mano, egli si veniva convincendo che se colui che aveva smarrito il prezioso e tremendo cofanetto, non veniva a lui, lealmente, egli, Roberto Alimena, si sarebbe messo a cercarlo, in tutti i modi. Quella specie di rete misteriosa, le cui maglie sentiva affittire in-