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420 la mano tagliata.


«Ma, quale fu il mio stupore, quando rientrando in carrozza, trovai Maria sollevata sui cuscini, con gli occhi aperti e stralunati, che mi sputò in faccia questa parola:

«— Assassino! —

«Ma, mentre io mi slanciavo verso lei e le prendevo le mani fra il furore e la gioia, ella ricadde pesantemente sul fondo della carrozza e ripiombò in uno sfinimento mortale. Noi potemmo accomodare la nostra carrozza, rompendo la troika del mio rivale ucciso, e ripigliammo la via di Varsavia col suo cavallo. Il corpo di Jean Straube rimase a traverso la via sulla neve, in pasto ai lupi, che abbondano nella gelida Russia.

«Noi entrammo a Varsavia, senza ingombro, e vi restammo quindici giorni, senza che io fossi disturbato da nessuno. In quel tempo, la catalessi di Maria crebbe; oramai, ella non viveva che come una statua di cera, bianca, smorta, con le mani lungo la persona, coi capelli neri, fluenti in due trecce, e gli occhi, le cui palpebre erano diventate violacee, chiusi ermeticamente. Ma ciò che appariva terribile sul suo volto, era una espressione di raccapriccio costante, che aveva dovuto rimanerle da quel minuto di lucido intervallo, in cui mi aveva visto assassinare Jean Straube.

«Disperato di avere innanzi a me un cadavere, che pure era vivente, osai di chiamare a consulto le illustrazioni mediche di Varsavia. Io nascosi loro che Maria era caduta in quel letargo da che io aveva commesso la imprudenza di addormentarla nel sonno ipnotico; ma uno di loro lo comprese e, rimasto solo con me, mi disse questa verità tremenda; che io aveva cagionato quella strana infermità e che avrei portato il rimorso di quella povera donna; che un solo rimedio poteva trarre per sempre la infelice dal letargo in cui era caduta, ed era un fortissimo dolore fisico di