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la mano tagliata. 411

fatto intendere che per mezzo delle rivelazioni fatte nel sonno ipnotico, noi avremmo potuto sapere dove si nascondessero i maggiori tesori della terra, nelle casse e nelle miniere, nei forzieri dei ricchi e nei sotterranei antichi, dove gli ori e le gemme sono stati sepolti, da centinaia di anni. Man mano io era venuto persuadendo Mosè, che Maria ci poteva fare ricchi come dei re, se solamente avesse voluto lasciarsi ipnotizzare. Io vedeva gli occhi di quell’uomo luccicare di cupidigia, quando gli ripetevo questi discorsi che lo esaltavano; e sentivo che egli mi avrebbe dato in mano Maria, quando lo avessi voluto. Lo indussi a ricevermi di notte, in casa sua, il che non avrebbe fatto per nessuno; ma solo una notte mi fu possibile vedere Maria, e la trovai sempre identica, fredda, sdegnosa, muta. Ma quanto era bella in quella espressione, e come io mi sentiva ardere di passione, a ogni suo atto di disdegno, sentendo di amarla mille volte di più! Quando ella si accorse che mi era permesso di andare, anche di notte, in casa sua, si chiuse sempre in camera, con la chiave e col catenaccio. Restavo solo, con Mosè, a divorare la mia rabbia e la mia gelosia.

«L’orrore che io le faceva, ella lo aveva comunicato alla sua figliuolina. La piccola Rachele non aveva che cinque anni e già mi fuggiva, già mi guardava con ribrezzo, già non lasciava che neanche le toccassi l’orlo della gonna. La piccolina era bellissima, come sua madre, e le viveva sempre accanto, attaccata alle sue vesti, adorando la sua giovane madre, trattando con freddezza e rudemente tutti, persino suo padre. Mi venni convincendo che Rachele doveva essere figliuola di Jean Straube, giacchè solo così si poteva spiegare il geloso amore di cui la circondava Maria e il contegno non filiale che la bimba teneva con suo padre. Presi a odiare questa fanciulletta, e giurai