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400 la mano tagliata.


«Ahi, non avessi mai lasciato il mio paese natìo! Fu dal giorno in cui lasciai la terra tedesca e misi il piede sul vulcanico suolo russo, che cominciarono tutte le mie sventure, giacchè io sono stato il più sventurato tra gli uomini.

«Ho avuto denaro, potenza, e gloria; sono stato ritenuto dai miei confratelli ebrei come discendente in linea retta da Mosè, come un loro capo, quasi come un loro re. Ho sbaragliato i miei nemici, vinto i miei detrattori, strappato alla scienza molti dei suoi segreti; e tutto questo mi è accaduto in Russia, il paese della intelligenza e del sogno, il paese della forza e dell’allucinazione. Ma è anche in Russia, che io ho conosciuto Maria Cabib, e che tutto il mio destino ha detto colà la sua parola decisiva. Se oggi, ricco, forte, potente, senza legami, senza vincoli, non vecchio, io preferisco di scendere nella tomba nella forma più atroce, è perchè io, in un giorno d’inverno, ho visto apparire la dolce e voluttuosa ebrea avvolta nella sua pelliccia e pensosa sotto il suo berretto di velluto.

«Io preferii, andando in Russia, di vivere sei mesi a Pietroburgo e sei mesi a Mosca, dove batte il cuore della vecchia Russia; e dalle due metropoli facevo continuamente delle escursioni a Kazan, a Kiew, a Odessa, e in regioni anche più lontane, per cercare tutti i miei fratelli ebrei, e per curare con l’ipnotismo le grandi signore nevrotiche, e i gentiluomini chiusi nei loro castelli perduti tra la neve. Io non temeva nè la polizia moscovita, nè i nihilisti, nè il freddo; e viaggiavo continuamente da un capo all’altro della Russia, tanto che alla fine non vi fu ebreo russo che non mi conoscesse, e non vi fu principessa che non mi chiamasse nelle sue crisi nervose. Fu in quel tempo, che il nome di Marcus Henner cominciò ad essere annoverato tra quelli degli scienziati euro-