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l’aspettava? dove voleva andare? ed io? ed io? perchè ella non mi rispondeva? perchè non udiva più nè la mia voce, nè i miei baci? eccomi! a chi lo diceva? e a me perchè non rispondeva?

«Adesso ella puntava le due mani sul divano, per alzarsi. La sollevai ritta in piedi, con quella sua veste bianca, con gli occhi chiusi, col volto livido, colle mani abbandonate lungo la persona, ella mi parve uno spettro. Vacillava. La sorressi. Ella si volse verso il balcone, camminando con tanta lentezza che pareva facesse un passo avanti e un altro indietro. Giunta in mezzo alla stanza, si sciolse dal mio braccio che la sosteneva e, per la prima volta, da due ore e mezzo che ella era caduta in quel singolare stato, ella mi fece un cenno di allontanarmi da lei. Era, veramente, un cenno vago, largo, ma diceva questo:

«— Allontanati. —

«Non mi allontanai. Ero angosciatissimo, tentai di prenderle una mano. Mi sfuggì. E il cenno si ripetè, più preciso, più insistente:

«— Allontanati. —

«Obbedii. La vidi attraversare l’altra metà della stanza da letto, col medesimo passo incerto e lentissimo, radendo appena il tappeto, come un fantasma. E si fermò, nel vano del balcone. Erano chiusi i cristalli, ma le imposte erano aperte. Ella aveva sempre voluto così, perchè le piaceva contemplare il mare; e ho detto che le nostre finestre, da quella parte, erano quasi a picco sul mare, salvo una piccola banchina di terrapieno che radeva tutta la nostra facciata. Prima, ella appoggiò la fronte ai cristalli, come se la contemplazione del mare l’attirasse; l’avevo vista tante volte assopirsi così, nelle nostre buone giornate! Poi, parve che questo non le bastasse. Con un moto macchinale, ella stese la mano alla spagnoletta del balcone e aperse i cristalli. Mi parve udire un so-