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364 la mano tagliata.

aveva per solo rifugio la preghiera. Ma, infine, era donna, era bella; a venticinque anni era stata rapita al lusso e ai piaceri di una grande esistenza, aveva perduto suo marito e sua figlia.

«L’uomo che ella amava, un cavaliere ungherese, Jean Straube, era morto ucciso da Marcus Henner, ed ella non sapeva neppure dove ne fosse la tomba; questa donna mi ha amato per ribellione alla vita passata, per gratitudine, per vivere ancora un poco, per avere ancora una qualche felicità, anche fuggevole, e perchè io l’amavo. D’altronde, per quindici anni, ella, che segretamente si era fatta cristiana, aveva pregato il Signore per lunghe ore, piangendo, inginocchiata e aveva condotta una esistenza di cenobio. Sola, con me, che l’aveva salvata, che l’adoravo, un ultimo germoglio di giovinezza era fiorito sul tronco già quasi inaridito di quella esistenza. E, se due che hanno attraversato de’ pericoli e delle sofferenze, che hanno sopportato delle prove durissime, che han visto il fondo amaro delle cose, se due come noi possono avere una felicità perfetta, noi l’abbiamo avuta.

«I grandi amori, Ranieri, non si raccontano: essi non sono che una lunga e monotona scena, che farebbe sorridere o ridere, chiunque non sia innamorato: d’altronde un senso di profondo pudore mi trattiene dal narrare quali furono le supreme ebrezze di un povero essere battuto dalla vita, e tormentato dalla passione di un uomo infame.

«Vidi quella donna ringiovanire, la vidi diventare più bella, più affascinante, e non l’ho vista che io, io solo, e solo io saprò quello che essa ha sentito con una intensità febbrile, con un abbandono folle. Non lo dirò: mi parrebbe di violare un segreto non mio; quei trenta giorni di amore, Ranieri, valsero una lunga vita, tanto le nostre esistenze vi raggiunsero la più alta temperatura