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352 la mano tagliata.

Mi disse di promettere formalmente la somma richiesta e di affidarmi ai due servi.

«Per precauzione, nè io, nè Dick Leslie avevamo detto il mio indirizzo di Piccadilly a John, il servo di Marcus Henner; e ce ne andammo via, molto malinconicamente, giacchè, malgrado la fiducia di Leslie, io era desolato della mancanza di Lewis, che mi pareva tenere la chiave di quella situazione. Vi assicuro, amico mio, che, in quella notte, io caddi in un abbattimento profondo e temetti che mai più, mai più, io avrei potuto liberare Maria, la schiava, e punire quell’atroce Marcus Henner.

«Però, nel mattino seguente, venne Leslie ad avvertirmi che una circostanza favorevole si dava per noi: cioè che Marcus Henner doveva partire per un viaggio, breve, sì, ma sempre di tre o quattro giorni, per Dublino. Era chiamato colà, pare, misteriosamente, da una gran signora molto malata e che ricorreva alla sua scienza ipnotica, non trovando più alcun refrigerio ai suoi mali nelle medicine ordinarie. Si trattava di una forte somma da guadagnare, e sebbene l’Henner apparisse sempre molto ricco, spendendo e spandendo doviziosamente, senza che si conoscesse bene l’origine delle sue ricchezze, pure egli non disprezzava simili guadagni. Aveva avvertito del suo viaggio solamente il Lewis; ma non ne aveva fissato il giorno. Doveva, però, essere molto prossimo, giacchè la gran signora irlandese soffriva molto, e faceva fare telegrammi per chiamare a sè il miracoloso Marcus Henner.

«Dunque, il mostro sarebbe partito. La questione terribile era questa: avrebbe o non avrebbe condotto seco, nel viaggio, Maria? Lewis mi mandava a dire e John aveva confermato a Dick Leslie che Marcus Henner, qualunque viaggio facesse, menava sempre seco Maria. Tutto stava a far