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la mano tagliata. 343


— Non fidando in sè stesso, egli si diresse a un suo amico dell’ambasciata, e costui lo condusse dal direttore della polizia.

— Ah! — fece Ranieri, squadrando Leslie.

— Il direttore della polizia gli indicò il solo uomo capace di rintracciare la donna dalla mano tagliata, l’agente di polizia destinato agli affari privati, cioè alle grandi ricerche di famiglia, eredità, testamenti, figli naturali, un agente di polizia di prim’ordine, che ha già fatto una fortuna in questi servizi.

— Ah! — ripetè Ranieri, sempre guardando il suo interlocutore.

— Per fortuna, in quel momento, l’uomo era libero e si mise tutto quanto a disposizione del conte Alimena.

— Chi era costui?

— Io, signore.

— Voi? Voi siete agente di polizia?

— Indegnamente, signore. La polizia è una gran cosa, e l’uomo è un essere limitato.

— Un detective, è vero? Così si dice?

— Così, appunto. Io sono il detective Dick Leslie, senza il quale il conte Roberto Alimena non avrebbe ritrovato, nè la donna dalla mano tagliata, nè il dottor Marcus Henner.

— Egli ha trovato Marcus Henner? Il nostro nemico? Il nostro assassino? L’infame che mi ha tolto Rachele Cabib? — gridò Ranieri.

— Sì, o signore.

— Voi lo avete trovato?

— Io, io solo.

— Voi siete un nostro benefattore!

— Non mi è costato molto, questo, — disse con un sorriso modesto e bonario l’agente di polizia, contento che Ranieri Lambertini avesse smesso la sua diffidenza.

— Ebbene?